mercoledì 21 maggio 2008

figlia di mezzo/dieci/al largo

Quando comprese che quella sarebbe stata l’ultima notte, la figlia di mezzo stese in terra una coperta accanto al letto del Comandante e, chiusi gli occhi, restò per ore ad ascoltarne il respiro faticoso.
Fu un’ anziana suora a confermarle l'imminente decesso, informandola anche che nell’emergenza si doveva richiedere l’intervento immediato del medico di guardia, casualmente, quella sera, una dottoressa già nota alla figlia di mezzo come inflessibilmente cattolica. Senza guardarla in viso, la suora pregò la figlia di mezzo di informarla quando, a suo parere, fosse giunto il momento di lanciare il dovuto allarme.
Si allontanò dunque verso altre incombenze.
Qualche ora più tardi, e il Comandante ormai libero e in salvo, in un territorio guadagnato attraverso lunghe sofferenze, la figlia di mezzo avvertì la suora che, a suo parere, era giunto il momento di lanciare l’allarme.
La suora comprese, ma scattò, chiamando con la massima urgenza al capezzale del Comandante la dottoressa di guardia.
Arrivata precipitosamente, la dottoressa constatò che il Comandante le era sfuggito e furiosa apostrofò la figlia di mezzo chiedendole perché non l’avesse mandata a chiamare prima.
Ma la figlia di mezzo, senza una lacrima e senza una parola, si limitò a guardarla fissamente, finché non la costrinse a indietreggiare lungo il corridoio nel suo camice svolazzante.

Forse due ore in più o in meno di sofferenza non fanno poi una così grande differenza per un morente, ma la figlia di mezzo non aveva voluto far correre al Comandante il rischio che la dottoressa, in nome dei precetti del suo dio, gliele infliggesse.

7 commenti:

  1. Credo che la figlia di mezzo abbia fatto bene.
    Alcuni in nome di precetti astratti non riescono a capire il significato di umana pietà...

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  2. Mi piace sempre più questa figlia di mezzo, Giulia

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  3. Ha fatto proprio bene questa figlia di mezzo,perchè soffrire delle ore in più?

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  4. "in nome dei precetti del suo dio"...
    è tutto racchiuso qui, in quell'aggettivo possessivo che appare così relativo proprio perchè accostato ad un concetto che si vorrebbe assoluto, quello di dio.
    Com'appare incoerente quest'accostamento tra un dio posseduto da qualcuno e i suoi precetti assoluti e impositivi, senza scampo insomma.
    Proprio vero che il senso relativo dell'umanità sa vivere momenti assoluti, momenti che magari durano solo due ore, giusto quelle sottratte alla sofferenza, ma che hanno valore irrinunciabile.
    Bellissimo.

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  5. io, figlia ultima,non ebbi questo coraggio.....

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  6. E' sempre pià grande la mia ammirazione per questa figlia di mezzo.

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