mercoledì 23 aprile 2008

ottimo esempio

Scrive pessimoesempio in un commento al mio post:

Son contenta che tu abbia ritrovato chi cercavi, ma non è questo il motivo del mio commento. E' che proprio in questi giorni, in cui anche da altre parti si discute più o meno pacatamente su ciò che siamo e su come ci comportiamo qui dentro, mi è venuta in mente questa cosa terribile che ho trovato poi esplicitata nel tuo post. MI SONO DETTA CHE QUANDO UNO DI NOI SCOMPARE SENZA PREAVVISO DALLA CIRCOLAZIONE DI LUI/LEI NON SI PUÒ SAPERE PIÙ NULLA. A meno che tu non lo/a conosca di persona tutto si dissolve come una bolla di sapone e rimangono solo tracce, le cose già scritte. Mi è parso terribile.

Ecco, pessimoesempio, tu tocchi un punto di massima fragilità per me.
Ha radici vecchie, ma tenaci. E si ripete, come spesso i nostri “irriflessi” si ripetono.
Io ho semplicemente il TERRORE di vedermi scomparire davanti qualcuno, di perderlo senza possibilità di dirgli una parola, di fargli un saluto, di sollevare una protesta. Se sono sopravvissuta a delle perdite è stato solo perché ho potuto compiere quel gesto cruciale che è il saluto. Quando una comunicazione si interrompe io sto male. Non so dirlo diversamente. O meglio, potrei dirlo in mille modi, più o meno forti, più o meno enfatici, addirittura più o meno poetici. Ma voglio dirlo nel modo più scarno possibile: io sto male.
Più volte nella mia vita, mi sono imposta addii anticipati, reali o simbolici, per non dovermi trovare davanti al vuoto di un’assenza improvvisa. Solo un muro contro cui battere o, in questo mondo virtuale, neanche un muro.
Ho sentito parecchie definizioni –tutte severamente critiche- di questo mio atteggiamento. Si va dalla viltà all’idiozia, dalla vigliaccheria, al rinunciatarismo, addirittura all’indifferenza e alla crudeltà.
Li lascio dire. In fondo ognuno capisce solo una piccola parte di se stesso, figuriamoci quanto capisce degli altri!
Tu invece hai capito.
Questo piccolo post è per rendertene atto.

1 commento:

  1. Quello che mi ha dato un grande dolore nella morte di Marisa che ancora adesso non riesco assolutamente a superare, è di non aver potuto salutarla. L'ultima volta che l'ho sentita, lei mi parlava tranquillamente. era già malata, mi ha detto cose bellissime e poi non ho più potuto nè rivederla nè risentirla perchè la situazione è precipitata e io conoscevo lei, ma non la famiglia. E' stato terribile... Quindi credo di ritrovarmi in quello che dici. Un abbraccio, Giulia

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