venerdì 14 marzo 2008

un sorriso lungo un anno


Aderisco all’iniziativa “Un sorriso lungo un anno”, ideata da Comicomix per sostenere la lotta al Neuroblastoma
(un tumore dell’infanzia che rappresenta la prima causa di morte in età pediatrica).

Quello che si richiede a noi blogger è solo di pubblicare un post che parli del sorriso e di far circolare notizia dell’iniziativa. Davvero poco.


Il sorriso di cui voglio parlare è quello di una madre, incrociata in un momento doloroso della mia vita e mai dimenticata.
Quanto alla sua di vita, toccava in quei giorni il pozzo fondo della disperazione.
Il suo bambino di otto anni era ricoverato nella stessa stanza di mio padre all’Ospedale Gemelli di Roma, reparto neurochirurgia.
Doveva sostenere un intervento cui era affidata ogni speranza di una vita normale.
L’intervento, eseguito, non solo non gli restituì la posizione eretta del capo, ma lo portò in condizioni peggiori di quelle precedenti.
I nostri dolori confinavano e si contagiavano a vicenda. Per quel bambino io trepidavo e piangevo nel bagno. Per mio padre lei era in ansia e alla fine mi consolò.
Ma il suo sorriso non lo negò mai a nessuno e riuscì ad imporsi su ognuna delle fatali, volgari, sciatte disumanità che si incontrano spesso nei nostri ospedali.
Accoglieva sorridendo con calore le infermiere imbronciate ed aggressive, le lavoranti indifferenti e distratte, i medici sfuggenti, le suore critiche e arcigne. Sorrideva ad ognuno dei pazienti che incontrava nei corridoi, ad ogni parente in visita, ai camerieri giù al bar, al barbiere che faceva il giro delle stanze, agli specializzandi che svolazzanti nei loro camici si raccontavano storielle.
Sorrideva, ma senza sforzo, con gentilezza genuina. Credeva nella bontà dell’essere umano e si fidava della parte buona che alberga in ognuno di noi. E il miracolo accadeva ogni volta.
La suora s’inteneriva e lasciava entrare il cagnolino in visita, la donna delle pulizie evitava di sbattere il secchio mentre il bambino dormiva, il primario, incredibile! si sedeva e scambiava due parole con lei, le infermiere, che normalmente piombavano in stanza gridando “Termometro” le facevano segno che era ora, gli specializzandi appresero un contegno tranquillo e disponibile. Quanto ad uno dei camerieri del bar offrì a lei e a me due piccoli ovetti di Pasqua.
Il suo era un sorriso pedagogico. Insegnava a stare al mondo. Indicava un modo di essere fermi nel sostenere il proprio diritto all’attenzione, al rispetto, alla cura, senza diventare rivendicativi, aggressivi, sprezzanti.
Dava fiducia e di fronte a quel sorriso fiducioso, ognuno diventava, miracolosamente, meritevole di quella fiducia.
Come fa?-le chiesi- a sorridere a certa gente?
Ce n’era di odiosa, spregevole, miserabile.
“Sono meno meschini di come sembrano –mi rispose- solo che non lo sanno.”
Questo non è un santino e lei non era una santa. Era un essere umano profondamente convinto del legame che unisce su questa terra tutti gli esseri umani e sorrideva loro per ricordarglielo. Era il suo modo di dire “È sciocco farci del male, costa così poco un po’ di rispetto, di attenzione, di simpatia. Provate”.
Nessuno seppe resistere a quel sorriso.
Il destino, invece sì. Ma io sono convinta che ovunque la sorte di suo figlio l’abbia portata in seguito (si parlava della Svizzera) il suo sorriso semplicemente umano l’abbia accompagnata. Il mio affetto, il mio dolore per lei e per il suo bambino, la mia gratitudine per la sua presenza accanto a me, dopo diciasette anni, ancora sono vivi in me.

Non so, sinceramente, se questo post sia appropriato; forse era meglio il racconto di una storia più allegra, più leggera. Ma la diade “bambini malati e sorriso” ha immediatamente fatto balenare di fronte ai miei occhi quella madre sorridente e quel bambino. Scusatemi.

5 commenti:

  1. grazie a te Saretta e dico sul serio
    marina

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  2. Appropriato e bellissimo...
    questo passaggio, poi, "Nessuno seppe resistere a quel sorriso.
    Il destino, invece sì" è veramente disarmante.
    Questa iniziativa merita attenzione, se riesco ad elaborare qualcosa partecipo volentieri.
    Ciao D

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  3. Leggiamo tutti i post che ci vengono segnalati da tutti voi, con tante gentilezza e amore. Rispondiamo a tutti in privato, ma solo raramente lo facciamo in "pubblico" (è uno strano pudore che non sappimao spiegare...)

    In questo caso facciamo un'eccezione, perchè questo post è più che appropriato. Centra alla perfezione il senso di quello che vorremmo cercare di far capire. Che l epersone possono essere migliori di come non sembri, e che a volte basta porsi nel modo giusto (appunto, con un sorriso) per tirare fuori quello di buono che hanno...

    Il destino, invece, non sempre sorride al tuo sorriso. Lo sappimao bene. Ma non importa. Lui fa il suo percorso, ma diventa crudele solo se riesce a spegnerci il sorriso dalle labbra.

    GRAZIE con tutto il Cuore

    I Comicomix

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