mercoledì 12 marzo 2008

telefonate


Una voce torna da una lontananza che credevo muta.
Si crina, nel dire il mio nome e aspetta, in silenzio, che io dica il suo.
Ma il suo ho giurato che non lo avrei più pronunciato.
Dovrei posare il microfono. Ma quella voce in silenzio è come una calamita.
Restiamo così, muti ai due lati di vent’anni di ricordi.
Poi dico piano: mi dispiace, ha sbagliato numero.
Non ho sbagliato numero- dice la voce.
Allora hai sbagliato e basta.

Mi sveglio, agitata. E illogicamente ripeto: ha sbagliato numero.

.



Una voce si impone come un clacson, uscendo dal microfono e invadendo la stanza.
Resto in bilico tra il rancore per vecchi torti sanguinosi e la pietà per la solita follia, che avverto nel timbro familiare.
Mi appresto a passare il microfono: “ma no, aspetta, dai...”
“L’ultima volta mi hai maledetta, insultata, minacciata e derubata” dico piattamente.
“Ma siamo amici, no?”
Siamo amici? mi chiedo in silenzio. Siamo mai stati amici?
“Io sono stata amica tua, ma tu non sei stato mio amico”, e passo il telefono.


Una voce, accento sardo, snocciola parole che so ormai a memoria e non ascolto più.
Invece cerco di richiamarmi alla mente la data di nascita di Faustina Minore.
Faccio due calcoli e intanto la voce arriva al culmine del suo discorso: Le interessa questa opportunità?
“Non credo alle opportunità, mi dispiace.”
“Ma è un’occasione!”
“Non credo neanche alle occasioni. Siamo stati abbastanza al telefono? Le pagheranno questa chiamata?”
“Sì, me la pagheranno.”
“Bene, buona sera”.
Ma poi continuo a pensare al ragazzo sardo che lavora al call center e poi esce e percorre il Lungomare di Cagliari per tornare a casa.
E mi dispiace di non avergli chiesto: Com’è il mare stasera? O anche: Fa fresco lì da voi?


Entrano intere vite attraverso il telefono, con una forza di impatto che qualche volta fa paura.
Anzi, a me fa sempre più paura.
Quando il telefono suona io sussulto.
Lasciatemi in pace, prego!

10 commenti:

  1. Buongiorno Marina,
    io oramai al telefono di casa rispondo unicamente se riconosco il numero che mi sta chiamando e, soprattutto, se ho voglia di parlare con chi so si trovi dietro quel numero... Vigliacco? Forse si, ma anche saturo di conversazioni inutili.
    Un abbraccio e buona giornata,
    polle

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  2. Fra due minuti ti telefono.....
    ;-))

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  3. Che queste voci del passato non ci portino nuovo dolore.
    Il mare per quel ragazzo sarà stato bellissimo quella sera magari lui non se ne è accorto.
    Per me lo è stato come leggerti.
    Ciao
    g

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  4. Ehi, mi hai rubato l'idea. Anch'io da tempo volevo parlare di quanto odio il telefono. Detesto quello squillo. Cerco sempre di far rispondere gli altri con la scusa che tanto non e' mai per me se non per vendere qualcosa. Non riesco ad essere gentile come te quando mi offrono qualcosa per telefono. La trovo un'intrusione nella mia vita.
    Forse sono poco tollerante...

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  5. ti confesso che anche a me succede la stessa cosa.......quando suona il telefono,a volte nn rispondo nemmeno....paura,di un passato che cerco di cacciare in fondo al baule dei pensieri,nonostante abbia già cambiato numero ho sempre paura che faccia capolino....

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  6. Non sempre per telefono importunano, a volte possono arrivare delle belle notizie, o sentire una voce amica che era tanto che non si sentiva.Ci sono anche i lati positivi di un mezzo di comunicazione.

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  7. Storie profonde descritte in pochissime righe.
    La prima mi ha molto colpita...

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  8. Il telefono mi sta distruggendo ultimamente Marina!
    Quindi capisco..capisco...
    Le voci, a volte, fanno più male degli impatti fisici...
    Un bacio!

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  9. Il primo dei tuoi brevi racconti lascia senza fiato.

    Capisco a volte l'ansia da ricevimento di tel. lol

    Ciao
    Daniele

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  10. Sai raccontare in poche righe tutto un mondo e come stai tu in questo mondo. Anch'io non amo il telefono, soprattutto adesso che con i cellulari è diventato così invadente. Entra nella tua vita quando meno te l'aspetti. Però ci sono anche le belle telefonate. Un abbraccio, Giulia

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