domenica 30 marzo 2008

sfogliando La Rivelazione del Buddha

Anuradhapura-1980



Sedakasutta
(il discorso di Sedaka)
da: SamyuttaNikaya, 47.19

Un tenpo il Beato soggiornava tra i Sumbha, in una loro città chiamata Sedaka.
Ivi il Beato si rivolse ai monaci dicendo: [...]O monaci, colui che si prende cura di se stesso si prende cura degli altri e colui che si prende cura degli altri si prende cura di se stesso.



tra Kandy e Badulla-1980

Questo passo è di cruciale importanza per una giusta comprensione dell’etica buddhista.
Questo è il commento che ne ha fatto Nyanaponika Thera*

“Queste due affermazioni sono complementari e non debbono essere considerate o citate separatamente. [...]La protezione di se stessi costituisce l’indispensabile fondamento della protezione e dell’aiuto che che si possono dare agli altri.La protezione di se stessi non ha alcuna implicazione egoistica: essa significa autocontrollo, maturazione morale e spirituale. [...] Ma una vera protezione di se stessi è possibile solamente se non è in conflitto con la protezione degli altri; chi cerca la propria protezione a spese degli altri si espone alla violenza e al pericolo;
[...] La protezione di se stessi e la protezione degli altri corrispondomno alle due grandi virtù complementari del buddhismo, la saggezza e la compassione. La giusta protezione di sé è l’espressione della saggezza, la giusta protezione degli altri è l’espressione della compassione.”


nella campagna di Anuradhapura-1980

Proseguendo, nel discorso di Sedaka, il Beato, Buddha, spiega anche in che modo ci si prenda cura di se stessi e degli altri.
Alcune di queste pratiche alludono ad una forma di contemplazione che mi riesce di difficile comprensione. Ma le altre sono: la pazienza, il non nuocere, l’amore, e la solidarietà. Tutte pratiche comprensibilissime. Non sempre facili da attuare, certo.



ninfee sulla strada di Batticaloa-1980

*Nyanaponika Thera = Monaco “Theravada,” la più antica scuola buddhista.
Tedesco di nascita (il suo nome era Siegmund Feniger-1901 Hanau), ma di cultura orientale. Morì nel 1994 a Kandy, nello Sri Lanka, dove viveva dagli anni '30.

P.S. Vorrei specificare che del Buddhismo so veramente poco. Ma di buddhisti ne ho incontrati molti. In India, nello Sri Lanka, ad Hong Kong, in Thailandia e, nascostamente, a Takht-i-Rustam (Samangan) in Afghanistan.

10 commenti:

  1. bella riflessione...ma quanto t'invidio...tu hai viaggiato cosi' tanto?! caspita...!

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  2. Eh, si! Tutto parte da una accurata introspezione, anni e anni di duro lavoro.
    Conosci te stesso, dicevano i nostri nonni, e tutti i grandi Religiosi, santi e predicatori del passato.

    Rino, in un complicato susseguirsi di idee.

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  3. Volersi bene ti permette di voler bene agli altri, verissimo! L'unico problema è che, come accade per i buddhisti, bisogna meditare molto per comprendere a fondo la sottile sfumatura tra volersi bene e mettersi egoisticamente al centro del mondo. Il passaggio verso gli altri poi è ulteriormente delicato. Ci sono persone che sembrano disponibilissime e molto prodighe nei confronti degli altri ma non lo sono, non in modo sano. Infatti, le loro cure saranno fonte di ricatti morali, infiniti sensi di colpa se, il ricevutario, non contracambierà secondo le loro aspettative. Ma qui ci vorrebbe un altro post.

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  4. Il buddismo è una filosofia che mi ha sempre affascinato.
    Una volta ho fatto un "test" (uno dei tanti giochini che ci propongono in rete) ed è venuto fuori che sono buddista al 100%.
    Per quanto riguarda la frase che hai citato sono d'accordo nel pensare che per avere significato non può essere scissa

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  5. Un equilibrio assai difficile da raggiungere,ma non impossibilePenso che alla base di tutto ci debba essere un enorme rispetto.

    Cristiana

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  6. Il prendersi cura degli altri che equivale a prendersi cura di se stessi, e viceversa, mi fa subito pensare all'insegnamento di Socrate sul vero bene, che è identico a quello del Buddha
    (fatta salva la meditazione, che è assente nel pensiero dell'"occidentale" Socrate).

    I grandi saggi della Storia hanno spesso elaborato riflessioni analoghe.
    In un certo senso è confortante.

    ciao, grazie, bellissimo post, come sempre.

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  7. A proposito di Buddismo, qualche anno fa un mio insegnante di meditazione spiegò che lo scopo del Buddismo é la coltivazione di uno spazio caldo ed impersonale. Io credo che nel concetto di impersonale sia la chiave, infatti noi lo associamo a freddezza. Ma pensiamoci un attimo non sarebbe bello che ci fosse un luogo pieno di calore e allo stesso tempo privo della mia storia, della tua storia delle nostre storie ?

    Un grande caldo spazio dove essere vivere e respirare senza soffocare/soffocarci ?

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  8. bip, me lo prepari un post sulle tue esperienze orientali? lo so che hai tanto da fare, ma potresti farlo a tempo perso, ogni tanto, diciamo entro la fine dell'anno....
    Intanto, ti dirò: l'idea di spazio caldo e impersonale come lo descrivi tu è semplicemente meravigliosa!
    Impersonale può anche significare che i rapporti tra gli abitanti di questo spazio sono leggeri, non complicati, non di indifferenza ma di moderata partecipazione...
    Lo sai che stanno ristrutturando la villetta sulla Lanza dove dovevamo rifugiarci da vecchi? Acci!
    ne dobbiamo trovare un'altra
    ti abbraccio con tutto il cuore, approfittando dell'assenza di mariateresa ;-) marina

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  9. Un post sulle mie esperienze orientali non saprei come farlo, dovrebbe avere un inizio ed una fine e non saprei bene da dove iniziare ne dove andare a parare ;-)

    In quanto al Buddismo come la pratica di una moderata partecipazione ci hai colto, uno dei tanti nomi del Buddismo é la "via di mezzo" lontana sia dagli estremi del ascetismo e dell'auto-tortura che dall'indulgere in momentanee soddisfazioni foriere di ben più durature sofferenze.

    In un sutra, il resoconto scritto dei discorsi pronunciati dal Budda storico, alla richiesta di descrivere la pratica della meditazione il Budda dice più o meno così:
    é come accordare la corda di un liuto, non deve essere ne troppo tesa ne troppo lenta in entrambi i casi non produrrà il giusto suono, nello stesso modo nella pratica della meditazione dobbiamo mantenere la mente ne troppo tesa ne troppo lenta e ricordarci di riaccordarla di quando in quando ;-)

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  10. è per questo che mi sento buddista.per le parole che citi,per il loro senso profondo.ed hai ragione quando dici:"....la pazienza, il non nuocere, l’amore, e la solidarietà. Tutte pratiche comprensibilissime. Non sempre facili da attuare, certo"le cose semplici sono spesso le più difficili.cerchiamo solo di fare del nostro meglio.

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