sabato 1 marzo 2008

giustizia

La Corte di Cassazione ha disposto la scarcerazione, per scadenza di termini, di Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss di Corleone Totò Riina e accusato del reato di associazione mafiosa ed estorsione. In separato processo è accusato di tre omicidi.


La Corte di Cassazione ha dichiarato con sentenza definitiva che grattarsi i genitali in pubblico è "un atto contrario al decoro e alla decenza pubblica, anche se il suo fine è scaramantico." Confermata pertanto la condanna di un operaio di Como di 42 anni.


In pratica se a Corleone un cittadino nel veder scendere Salvatore Riina dalla Mercedes nera che lo aveva aspettato all'uscita dal carcere, si fosse scaramanticamente grattato le palle avrebbe rischiato tra multa e ammenda 1.200 euro.

6 commenti:

  1. Sono queste le cose che mi lasciano sempre più perplessa... Come può succedre una cosa del genere? Giulia
    (Guarda che aspetto che torni davvero... se vuoi naturalmente. Un abbraccio)

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  2. Torno, torno, sto pensando...
    marina

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  3. Paradosso è persino troppo mite come termine per un valore come dovrebbe essere quello della Giustizia.

    Un caro saluto Marina.

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  4. Lentezza e mancanza di certezza della pena sono mali atavici della giustizia italiana.
    Per quanto riguarda il gesto scaramantico c'è chi lo fa in Parlamento, ma evidentemente lì la legge non conta...
    Se ti va passa da Simona

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  5. franca, sono passata! ma in berlusca è un vezzo, una mossa charmante ;-)
    ciao marina

    sì paradosso è davvero limitativo, diciamo SCHIFO, che è meglio
    ciao marina

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  6. in italia è tutto paradossale!e la giustizia,è diventata un'utopia.o lo è sempre stata?

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