domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua con Dorothy "Dottie" Parker.



La storia di Dorothy Parker (1893-1967) è la storia di un double fâce letterario.

Da un lato la Dottie frivola ed eccentrica, tutta boa di struzzo e battute al vetriolo, che scrive articoli per Vanity Fair e Vogue e sceneggiature per Hollywood, beve Martini dal mattino presto ed ama i bei ragazzi più giovani di lei.
Dall’altro Dorothy, che scrive racconti feroci contro l’ipocrisia, la stupidità, la volgarità del mondo dei privilegiati, si batte per Sacco e Vanzetti e lascia i suoi beni a Martin Luther King.
E mentre Dottie scherza sulla sua fame di denaro, Dorothy muore con il cassetto colmo di assegni dimenticati lì e mai incassati.
Dorothy Parker è rimasta infilzata allo spillo del suo fascino, dei suoi sorrisi ironici e dei suoi cappelli stravaganti, mentre è stata un critico severo del suo lavoro di scrittrice ed una intelligenza lucida e persino severa. La sua costante tentazione per il suicidio (due veri tentativi) non fu meno vera per il fatto che ci scherzasse su.
Come in questa poesia, strafamosa.

Resumé.

I rasoi fanno male,
I fiumi sono umidi,
L’acido lascia tracce,
E le pillole danno i crampi.
Le pistole sono illegali,
I cappi cedono,
Il gas ha una puzza orrenda,
Tanto vale vivere.


Dorothy non l’avrebbe chiamata poesia. “Sono solo versi”, diceva, “buoni per una stagione”.
In Italia sono stati tradotti anche da Montale.


Io amo soprattutto i suoi racconti, dove l’ironia spumeggiante dei suoi “solo versi” diventa gelida e l’occhio che si posa sulla società americana è privo di indulgenza, scevro di ogni complicità.
Ma confesso che amo anche le sue poesie.
Semberebbero così leggere, se non fosse che Dorothy faticava a vivere e frequentava la scena letteraria americana come uno spettacolo obbligato.

Nel mio uovo di Pasqua per voi ci sono queste:
(Traduzione di Marisa Caramella)
Sintomi

Non mi piace il mio stato mentale,
Sono amara, querula e sgarbata.
Odio i miei piedi, odio le mie mani,
Non mi interessano le terre lontane.
Temo la luce dell’alba;
La notte, odio andare a letto.
Maltratto la gente per bene.
Non sopporto lo scherzo più blando.
Non trovo pace né in quadri né in libri.
Il mondo per me è spazzatura.
Sono disillusa, vuota e confusa.
Per quel che penso, dovrei stare in galera.
Non sto male, non sto bene.
I sogni di un tempo sono andati.
La mia anima è a pezzi, lo spirito duole,
Non mi piaccio neanche un po’.
Cavillo, litigo, mi lagno e mi lamento.
La casa mi sta stretta.
L’idea di un uomo mi fa star male...
Sono certo sul punto di innamorarmi di nuovo.


Epitaffio per una bella signora

Per lei il tempo era sabbia
Sospinta in vane spire,
Che le scivolava tiepida di mano
Ammucchiandosi qua e là.

Giorni luminosi, uno dopo l’altro
Rotolavano in un groviglio d’arcobaleno
Lei li sprecava con disinvoltura
E li gettava nella spazzatura.

Lasciate per lei una fresca rosa
Passate oltre e risparmiate la vostra pietà;
Lei è felice perché sa
Quanto le sue ceneri siano graziose.



So di essere stata felice

So di essere stata felice al tuo fianco;
Ma quel che è stato è stato, e basta.
Non fa bene crogiolarsi nel pianto...
Quel che lietamente visse, coraggiosamente morì.
Non comporrò canzoni per cuori infranti.
E tu, che sei uomo, non vuoi lacrime,
E se dovessi offrirti la mia fedeltà,
Saresti, credo, un po’ terrorizzato.

È questo il bisogno della donna, la sua condanna:
Allineare i suoi piccoli doni, e dare, dare,
Perché il palpito del dare è dolce.
A te, che non hai chiesto né voti né versi,
Il mio dono, finché avrò vita, sarà l’assenza,
Ma per dopo, amore mio, non posso prometterti nulla.

Il vestito di satin

Ago, ago, vieni e vai,
Dentro e fuori,
Quale uomo può renderti felice
Come un bel vestito di satin?

Ecco i punti serpeggiare
Intorno alle delicate cuciture...
Disegni teneri e piccoli
Come sogni di donna.

Il broccato è per le sfrontate;
L’organdis per le spose,
La cotonina per le fidanzate,
Il satin per le donne libere!

La lana fascia il petto dell’avaro,
Il crespo calma le vecchie,
Il velluto nasconde un seno vuoto
Il satin è per le donne audaci!

La batista è per il vescovo;
Il lino per la monaca:
Il satin per gente più in gamba...
Se il vestito fosse già pronto!

Il satin splende a lume di candela...
Il satin è per le orgogliose!
Chi lo vedrà nella notte
dirà, che bel sudario!


Dorothy si è meritata i suoi vestiti di satin.

12 commenti:

  1. mia cara un saluto veloce x farti gli auguri....

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  2. Che bel viso, e che bella mente!
    Grazie di averne parlato,la cercherò senz'altro.
    Giorni lieti e sereni a te,cara nuova scoperta.

    Cristiana

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  3. Ciao collega carissima, passavo di qui per farti i miei auguri di buona Pasqua. Ciao a presto, Lena

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  4. Dovrò pur leggere qualcosa di lei, una volta finito questo bel diario della Woolf.


    Happy Pesach.

    Rino.

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  5. Non la conoscevo, prendo nota.
    Buone giornate.

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  6. Marina, quasi sempre, esco dal tuo blog, un po' più ricco... anzi, togliamo il "quasi"!!!

    Piove...ed io che m'ero gia pregustato questa domenica a Villa Ada...sprofondato nell'erba a leggere!! Vorrà dire che sprofonderò nel letto a guardare film!!!
    Un abbraccio ;-)

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  7. Ripasserò a leggerti con calma.
    Per il momento lascio solo gli auguri per una Pasqua serena!

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  8. Una nuova illuminazione che mi porterà alla ricerca di nuove pagine da leggere... grazie Marina!

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  9. Prendo nota in una pigra Pasqua di pioggia che si confonde con l'autunno..
    un saluto

    g

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  10. Wow Marina, finalmente parli di un autore che conosco. Adoro la Dotty e un po', ma solo un po', pochissimo, credo di somigliarle.
    Sul comodino ho il suo "Gli uomini che non ho sposato", una raccolta di racconti. L'hai letta? Grande donna, forte e fragilissima, perfida e amabile al tempo stesso. Grande conoscitrice delle deblezze umane.

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  11. soit dit entre nous (vabbé, su internet suona un po' ridicolo), ma "so di essere stata felice" mi pareva di Emily Dickinson (ho trovato il tuo blog perché la cercavo, ed ero troppo pigra per andare a prendere il libro).

    Ma leggerti è un piacere

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  12. @Ipazia: grazie per la visita e per l'apprezzamento.
    Ma So di essere stata felice è proprio di Doroty Parker.
    cfr: Doroty Parker: Tanto vale vivere-racconti e poesie- La Tartaruga edizioni 1983-
    buona giornata, marina
    anzi ora pubblico un'altra poesia della Parker proprio per te :-)

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