lunedì 10 marzo 2008

buon senso & senso comune

Il Devoto Oli, come del resto gli altri vocabolari, afferma che si tratta di due espressioni con un medesimo significato. Ma lui testardamente lo nega e, per negarlo meglio, ci ha scritto su un libro.
Lui è Raffaele La Capria, il libro è "La mosca nella bottiglia" e le espressioni sotto osservazione sono "senso comune" e "buon senso".
Alla fine delle 141 pagine che dedica alla discussione io continuo a pensare che le due espressioni, pur con una piccola sfumatura di significato -più affettivo e ristretto ad una singola esperienza "buon senso", più filosofico, descrittivo e generale "senso comune"- si equivalgono nell' essere entrambe positive.
La Capria invece sostiene che esercitare il senso comune è nobile arte, mentre avere buon senso è frutto di "un atteggiamento autoprotettivo e piccolo-borghese, qualche volta un po' retrivo, volto sempre al pratico". Non cade ancora nel conformismo, ma ci va molto vicino.
Un artista ha naturalmente il diritto -e forse il dovere- di torcere la lingua per ricavarne il risultato espressivo che gli interessa, ma questo, secondo me, nel suo lavoro di artista, non in una teorica riflessione "sulla lingua". A quel punto, sempre secondo me, la lingua smette di appartenergli, come in esclusiva, e ridiventa di tutti. Quindi anche mia.
Affermo perciò che il "buon senso" è cosa buona e giusta quanto il "senso comune" e che mai, come in questa epoca, hanno avuto bisogno di essere difesi, protetti, accuditi entrambi.
Sembrano infatti, se non scomparsi del tutto, a grave rischio di estinzione, almeno nel nostro paese.

Per questo, accantonando la sua poco convincente discriminazione, prendo a prestito le sue parole per una piccola analisi critica della odierna situazione.
Nella vita pubblica dell'Italia di oggi "circolano opinioni, modi di pensare, comportamenti, disposizioni, che sembrano privi di ogni logica; e più sono cervellotici, irrazionali, più irresistibilmente vengono adottati. Non vi è legge, provvedimento, sentenza, regolamento, manifestazione che non debba fare i conti con questa prestabilita disarmonia e con l'insensatezza su cui sembra si regga il sistema italiano."

Ecco, su questo concordo pienamente. Non c'è giorno in cui, alla lettura del giornale, non ci si debba guardare sgomenti, chiedendosi: ma che senso ha?
Le sentenze della Cassazione, o i moduli per il pagamento di una multa, i regolamenti attuativi di una legge (già ha poco senso che una legge di cento righe abbia bisogno di duecento pagine di regolamenti attuativi), o le estemporanee dichiarazioni di molti politici, le fame improvvise di personaggi minus-habens, certe candidature alle elezioni, alcune forme di protesta popolare, alcune opere d'arte (arte?) moderna, i successi editoriali del momento, i giochi televisivi, le mode stracciate o i comportamenti parlamentari...

Lascio lì le grandi irrazionalità e segnalo solo questo piccolo, minuscolo esempio.
Roma, centro storico. Le auto private ne sono escluse in certi giorni e determinati orari. Telecamere riprendono i contravventori. Il sabato fino alle 14 però si passa. E allora, all'ingresso della zona gli altri giorni protetta, si accende un cartello luminoso che segnala: Varco NON attivo. NON attivo? Un varco è un passaggio. Se un passaggio permette di passare è attivo. Agisce, fa il suo lavoro di varco. Se un varco NON è attivo, vuol dire che qualche cosa lo ostruisce. Una valanga, i corpi dei nemici che lo difendevano armi in pugno, lo smottamento di una collina, o appunto una telecamera che ti prende la targa e ti fa arrivare a casa una consistente multa.
Così la gente, perplessa, i primi giorni rallentava, esitava, si fermava, si aprivano dibattiti tra automobilisti, file, discussioni, grida "Passi!Passi!" "Ma c'è scritto non attivo!" "Lo so, ma non importa, passi!" Alcuni cambiavano strada, altri passavano pur col senso della infrazione.
Ora non più. La gente si approssima al varco. Legge: "Varco NON attivo" e imbocca tranquilla. Il suo senso comune, il suo povero bistrattato buon senso, ha avuto la peggio. Si è arresa alla irrazionalità, alla mancanza di logica, alla insensatezza.
Al capovolgimento di senso della lingua. E, quindi, della realtà. E, quindi, del mondo. Amen.

8 commenti:

  1. Marina...
    a volte finisco di leggere i tuoi post...mi disconnetto...e mi fermo a riflettere. Una parte di me, mi prende in giro...dicendomi che son davvero lento. L'altra si difende e contrattacca dicendo che mi piace assaporare i concetti.
    Hai perfettamente ragione..
    gran parte di quello che ci circonda, a volte non ha una logica, ma divien norma non metabolizzata..bensì assecondata senza convinzione.
    Io, non son proprio d'accordo. Ecco perchè mi fermo sempre a riflettere.
    In questa strana società, oramai, si ha paura ad avere dubbi. Per esempio, cosa succede quando un disgraziato, si ferma ad un incrocio perchè ha smarrito la direzione? Un frastuono di suoni e grida... E allora, quasi sempre, il malcapitato imbocca la prima strada utile...e se la fa piacere!!!!
    Non dovrebbe essere così... ;-)

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  2. io dico:più buon senso!ci vorrebbe,ma nn sempre viene usato.come in questo caso!il senso comune cos'è,se nn un sentire comune?comune,ma nn necessariamente buono per tutti.ed io,che sono un'idealista,casinista ma soprattutto individualista(nel senso buono,cioè che penso ed agisco con la mia testa)cerco sempre di applicare il buon senso,che nn sempre coincide con il senso comune.pazienza!un bacio.

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  3. Non concordo con l'autore e motivo: senso comune ha un significato forse più piccolo borghese ( si pensi all'espressione comune senso del pudore) mentre avere buon senso significa essere logici, giusti, e cercare di far ragionare la testa e non invece come certi politici, vomitare solo un cumulo di sciocchezze.

    Il Buon Senso oggi è anzi merce rara purtroppo mentre è di volgare senso comune che ne siamo pieni grazie anche al Vaticano per es....

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  4. Tutti si arrendono... è giusto quello che dici, ormai le parole perdono significato, vengono usate nei modi più disparati, volgiono dire una cosa e poi il contrario della cosa stessa. Il linguaggio si è snaturato e con esso rischiamo di snaturarci anche noi. Un abbraccio, Giulia

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  5. Anch'io nella mia ignoranza ho sempre pensato come Daniele: buon senso=essere logici e giusti; senso comune=quello che comunemente si "sente" (e non sempre giustamente).

    Se posso spezzare una lancia a favore delle cosidette "assurdita' ", nella mia piccola esperienza di burocrate (va beh lo ammetto di lavoro faccio la burocrate) spesso non si coglie il motivo di certi provvedimenti che appaiono "illogici" perche' non si conosce tutti i risvolti. Cio' non toglie che quotidianamente ci imbattiamo davvero in tante cose assurde come quella del "varco non attivo".

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  6. Secondo me non sono espressioni equivalenti.
    Agire secondo il senso comune significa comportarsi come la maggioranza delle persone; ciò non vuol dire agire secondo il buon senso, a meno di non dare a questa espressione il significato di convenienza, ma in questo caso avrebbe un'accezione negativa...

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  7. Sei grandiosa. Punto.

    Vorrei farti vivere un giorno con me, nel luogo lavorativo che sai ed insieme ne tireremmo fuori a iosa di questi episodi? E le risate? Un torrente in piena. Peccato, il mio occhio solitario, senza le miei amiche di sempre mi obbliga a ridere da sola...e sopratutto di nascosto.
    oibhò!!!

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  8. Ritento poichè il primo commento non ha avuto buon esito. Dicevo...
    Sei grandiosa. Punto,
    E aggiungevo... è un gran peccato che se vivessi con me, anche un solo giorno, nel luogo lavorativo che sai, di questi episodi ne tireremmo fuori a iosa. Peccato non godere di un tale spettacolo con le miei amiche di sempre. Il mio occhio solitario mi costringe a ridere da sola, e di nascosto.

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