venerdì 25 gennaio 2008

Prima Regola di Sopravvivenza

O patria mia, vedo le mura e gli archi
e le colonne e i simulacri e l’erme
torri degli avi nostri,
ma la gloria non vedo,
non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
i nostri padri antichi. Or fatta inerme,
nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimé quante ferite,
che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
formosissima donna! Io chiedo al cielo
e al mondo: dite dite:
chi la ridusse a tale?



Caro Giacomo, io non dubito neanche per un secondo che tu sia qui accanto a me a ripetere i tuoi versi mentre io me li ripeto.
Li conosco a memoria, perché la mia Prima Regola di Sopravvivenza recita: conoscere a memoria i Canti di Leopardi per poterseli recitare in caso di bisogna.
Tu sai che la bisogna si presenta spesso per me. Io so che funzionano.
Tutte quelle storie Giacomo, tutte quelle discussioni tra critici, per stabilire se il tuo famoso pessimismo fosse cosmico, esistenziale, e bla e bla e bla. Che perdita di tempo!
Non sentono la semplice energia che nasce dai tuoi versi? La sferzata, che nessuna immagine penosa riesce a smorzare, con cui investi chi ti legge?
Dai, ripeti con me, Giacomo, ho inventato per te una voce e la sento chiara se non bella, dietro di me. Non avevi nulla di bello Giacomo, scusa se te lo dico.
Eri solo straordinariamente bello tu. Ecco.
Adesso ce lo ripetiamo un paio di volte, il tuo All’Italia, eh Giacomo e poi rinfrancata me ne andrò a dormire.
No, non lo riporterò tutto, troppo lungo, troppo solenne, forse per alcuni troppo scolastico. No, davvero, non avertene a male.
Dunque, dove eravamo arrivati?
Ah, sì ....E questo è peggio,
che di catene ha carche ambo le braccia;
sì che sparte le chiome e senza velo...

8 commenti:

  1. Cara Marina, ti suggerisco anche la colonna sonora della tua amara declamazione: Povera Patria, di Battiato, che direi ci sta proprio bene.
    Guarda, stamattina ho pubblicato un post su un libro che ho letto recentemente, perché la forza di affrontare questo stivale che affonda nella merda proprio non ce l'ho.
    Scusa la parolaccia, in casa altrui non sta bene e mi impegno a non pronunciarne più.
    V

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  2. Ciao funny, l'ho tanto cercata Povera patria, ma su you tube non c'è!
    sto facendo il giro dei blog, ora passo anche da te

    ciao marina

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  3. Ah, dimenticavo: non azzardarti mai più a pronunciare la parola merda sul mio blog! Cazzo!

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  4. Ottima idea quella di farsi aiutare dal grande Giacomo!
    La mosceria e' generale, Marina!
    Che dirti? Vorra' dire che ci ritroveremo alle manifestazioni di protesta. Sara' un'occasione per venire a trovarti a Roma.

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  5. L'unica cosa divertente della giornata?

    L'unica cosa divertente di questa giornata è non solo pensare a Mastella che recita "Neruda" ma scoprire che quella poesia NON è per niente di Neruda (è una bufala che gira in internet da un po'), bensì di Martha Medeiros.

    Ecco cosa dice la "Fondazione Pablo Neruda":

    Ese poema NO es de Pablo Neruda.
    Gracias por preguntar.
    Fundación Pablo Neruda

    Forte, no?

    Mariateresa

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  6. in riferimento al commento numero5:

    Mastella... lentamente, muoriii!!!

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  7. Mariateresa sei impagabile! sempre precisa. Scoprire che la poesia recitata in senato da Mastella spacciandola per opera di Neruda NON è di Neruda rende tutto ancora più surreale
    ciao baci marina

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  8. Ciao Funny, l'ho trovata Povera Patria, ma non ce n'è neanche una versione udibile.
    Non la trovavo perché cercavo sotto "Povera Italia", la scema che sono
    ciao marina

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