giovedì 13 dicembre 2007

c'era una volta...

Ieri pomeriggio ho lavorato ad un grande album fotografico che sto preparando per mio nipote Tommaso. Per quando saprà leggere. È in pratica un albero genealogico che, a partire dalla sua mamma e dal suo papà, risale indietro nel tempo. Per ognuno degli antenati di Tommaso metto una foto e una breve scheda descrittiva.
Sto ricostruendo per lui la storia della sua famiglia. In un certo senso gli sto presentando tutti i suoi avi. Vorrei che non andasse perduto il ricordo delle persone le cui vite hanno dato vita alla sua.
Ho raccolto foto, storie e ricordi dei miei famigliari, e ho messo insieme tutte le notizie che ho potuto. Una cugina mi ha aiutato in questo. Mi accorgo però che ci sono domande alle quali ormai nessuno più può rispondere, poiché i nostri genitori sono morti.
Questa ricostruzione di un albero genealogico è un’operazione insieme malinconica e divertente. Andando indietro nel tempo, le note diventano sempre più corte, le vite si racchiudono in poche frasi. I dati anagrafici, qualche ricordo, una pennellata, un’immagine. Mi sembra di assistere a quell’effetto cinematografico, di cui ignoro il nome, per cui le immagini si allontanano rapidamente divenendo sempre più piccole.
Ma ogni tanto, una storia ascoltata chissà quante volte in famiglia, mi torna in mente e ancora mi viene da ridere. Mio nonno Giulio, famoso per le sue sfuriate, che frulla via il minestrone che mia nonna Agnese si ostinava a servirgli troppo caldo e subito dopo si inginocchia a pulire e si scusa con la moglie (che adorava): “Agnesì abbi pazienza, ti chiedo scusa, abbi pazienza”. E Agnesina, mite ma testarda, che, prima di servirgli una nuova scodella di minestrone, lo riscalda ancora! L’intraprendenza della mia bisnonna Martina, di favolosa bellezza, figlia di un mugnaio, che fa innamorare il gentiluomo di origine spagnola che poi la sposerà, spolverandolo di farina.
Storie su storie.
Confesso che ho la brutta abitudine di fare regali a Tommasino. Mia figlia mi rimprovera per questo. Ma a mia scusante voglio dire che Tommaso ha un modo irresistibile di chiedermi un regalo, senza chiedermelo. In un certo senso si offre di farmene lui uno. Ha capito che il mio piacere di regalargli qualche cosa è grande almeno quanto il suo di riceverla. Così, mi interpella gentilmente: "E’ questo nonna il pupazzo che mi vuoi regalare?" Pupazzo di cui fino ad un secondo prima ignoravo l’esistenza e che mai mi ero sognata di regalargli. Ma da quel momento il mio desiderio di regalargli quel pupazzo si fa impellente. Comunque, pur essendo forse troppo prodiga, so che il regalo che sto preparando per lui è molto più bello di tutti i pupazzi che gli ho comprato (e che continuerò a comprargli!). Sono sicura che verrà un giorno in cui lo apprezzerà fino in fondo.
Ho scoperto che riesco a risalire fino ai genitori dei miei trisavoli (come si chiamano? Semplicemente avi?). E se avessi sufficiente fiato narrativo, e una capacità di ricercatrice che mi manca del tutto, avrei solo l’imbarazzo della scelta. Tra queste figure del passato ci sono infatti vite che varrebbe davvero la pena raccontare.
Musicisti, ferrovieri, marinai, pedagogiste, stornellatori, ostetriche, donne di mondo, banchieri, pittrici, mugnaie, colti, incolti, poveri, ricchi, anarchici e comunisti,(più una delegata del fascio a Tripoli, ma, come si dice in ogni famiglia, NON DALLA MIA PARTE). Tutta una schiera di figure, divenute tutte favolose. E le foto, andando indietro nel tempo sono sempre più straordinarie, ho addirittura un dagherrotipo!
Intendiamoci, per fare un lavoro di questo genere, ci vuole la giornata adatta. Non tutti i giorni vanno bene per tuffare le mani nella storia. Così il lavoro va avanti da mesi e altri ne richiederà.
Però secondo me è un esercizio bellissimo e mi permetto di consigliarlo a tutti.
Sono sicura che in ogni famiglia ci sono vite favolose da raccontare. Fermo restando che ogni vita, la più oscura e modesta, la più piatta e banale, contiene un nucleo di verità umana che merita un racconto. Naturalmente, più la vita è banale, più grande dev’essere l’arte di chi la racconta.

17 commenti:

  1. MI ADOTTI!!!!!
    Con me parti avvantaggiata,io aprezzo già tutto!

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  2. ...ma che bella nonna che sei! adottaci tutti, ti prego! :)

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  3. mi stupisco di te!

    scrivere "famigliare" invece che
    familiare

    roba da pazzi

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  4. Marina...nella mia famiglia, non so perchè, si ricorda poco. Più che altro, leggende. Ma io amo immaginare, anche attraverso piccoli dettagli, chi potesse essere il padre di mia nonna, che tutti hanno sempre mitizzato come "il feroce Luigi". Oppure, vorrei che qualcuno mi raccontasse di come il fratello di mio nonno, finita la guerra, tornò in Puglia in bicicletta da Venezia...
    E' un regalo meraviglioso quello che riceverà Tommaso. Penso che in mancanza di una nonna come te, ci penserò io prima o poi a scavare nella storia della mia famiglia. Un abbraccio e buon lavoro ;-)

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  5. Che bel lavoro che stai facendo Marina, piacerebbe anche a me ricostruire la vita dei miei antenati.
    Prima di tutto però vorrei fare un viaggio importante, andare a Pola in Istria perchè è il paese d'origine di mia mamma che guarda un po' si chiamava proprio come te.
    un bacio
    Banana

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  6. Io so pochissimo della mia famiglia, nessuno ne ha conservato la memoria e questa è una cosa triste, ma non avrei il coraggio di andare a scavare.Perchè scavare mi fa così male? Boh.....nel frattempo continuo a vivere soppozzando :-))

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  7. Bravissima,Marina. L'idea dell'albero genealogico è di per sè stupenda, realizzata come regalo per un nipotino porta dentro di sè amore e magia.
    Io ho fatto questa bella ricerca qualche anno fa, aiutata dalla mia mamma che, brava in disegno, ha inventato una grandissima pergamena su cui ha scritto con la sua bella grafia di insegnante i nomi, i luoghi e le date. E' stato un percorso d'amore e ci ha riscaldato il cuore.
    Quando Tommasino sarà grande, penserà con tenerezza alla sua magnifica nonna che gli ha preparato il regalo più importante: la sua storia.
    Abbracci.

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  8. @Baluginando: quel "quando tommasino sarà grande penserà con tenerezza alla nonna" mi ha fatto venire i brividi..

    please...:-((((

    la mamma di tommasino

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  9. Davvero non capisco: se ho urtato la suscettibilità di qualcuno, chiedo scusa.
    Tutto avrei voluto suscitare, tranne i brividi per questa giovane mamma che, forse, un pò troppo frettolosamente, vuol mettermi in riga e bruscamente mi bacchetta.
    Ovviamente, non starò qui a spiegare le mie intenzioni, fatte di tenerezza e di affetto, ma confuse evidentemente con una specie di sentenza, un vaticinio negativo, una buia profezia maleaugurante.
    Aggiungo ancora che "pensare con tenerezza" a qualcuno, non significa affatto che questo qualcuno non c'e' più, ma, anzi, dedicargli i propri pensieri, il proprio amore, la propria premura.
    Con rammarico.

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  10. @Baluginando: no, scusa tu, mi sono espressa male io... :-)
    è davvero solo un equivoco, non volevo bacchettare nessuno, men che meno te: sono solo un tipo ansioso, ecco :)

    ciao balù, sei fortissimo! adoro le tue poesie, specie quella di lei che diventa brutta quando lui se ne va...è bellissima

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  11. tranquillizzati Baluginando: la mamma è MIA figlia, mamma del mio Tommasino ;-))

    ciao marina

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  12. Ecco: adesso mi e' simpatica non solo Marina, ma anche sua figlia! Che io stia sviluppando una certa dipendenza da inezie che inezie non sono?
    ... E poi... quel Balù! Mi è arrivato addosso come un Tir! Fragoroso, spontaneo, avvolgente: il suo profumo di gioventù ha inebriato il mio pc!
    Un abbraccio a entrambe ( e perdonatemi se sono permaloso!)

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  13. Che cosa meravigliosa... Giulia

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  14. Veramente una bella idea. Magari l'avessero fatto a me questo regalo! Mi piacerebbe farlo ma temo che essendo morti i miei nonni (tranne la mitica nonna Vanda che però non ci sta più con la testa) non andrei molto lontano.
    Goditi il tuo Tommasino finchè è piccolo e caro, prima che diventi grosso, peloso e scontroso!

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  15. Bello, belle storie :)

    Ai miei figli racconterò della loro trisavola Nella, la maestra col cappellino sdegnoso che fu conquistata da un corteggiatore ruspante con un lancio di pannocchie in piazza!

    Lisa

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  16. Ciao Paniscus, questa storia delle pannocchie lanciate in piazza mi intriga! raccontacela.
    ciao marina

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  17. @ Blonde: potrai mai perdonarmi? anche a me familiare piace di più, non so che mi sia successo! ma lo lascerò per combattere la mia tendenza ossessiva...
    ciaomarina

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