venerdì 14 dicembre 2007

incombendo il Natale...

Ricetta della Minestrina di Nain

Arrivando al tramonto in un caravanserraglio approssimativamente trasformato in locanda, dopo trecento chilometri di deserto su una strada dritta-e sottile- come una spada, uscendo da una tempesta di vento che vi ha quasi uccisi, troverete questa minestrina non solo appropriata ma squisita. È indicata in tutte le situazioni di stress estremo.

Acqua salata sul fuoco, scottarvi appena una pastina, condire con succo di lime, rosso di uovo e, in mancanza di panir-il formaggio fresco iraniano- abbondante parmigiano.
Versarla su del pane raffermo per ottenere una zuppa.



Qualcuno storcerà il naso: ma che rob’è? È quello che ho detto, una semplice minestrina. Ma è leggera, delicata, profumata. E nutriente insieme.
Dopo la minestrina di Nain, il mondo e le sue beghe scompaiono in una lontananza rassicurante. Il nostro stomaco è a posto. Ha ricevuto la sua attenzione e la sua cura.
Quella notte io dormii uno dei sonni migliori della mia vita. Dimenticai la fatica di quella tappa pesante e la paura di avanzare nel vorticare della sabbia, in un nulla che mulinava e mugghiava, mentre la polvere entrava nel naso e si metteva in gola. Soprattutto scacciai dalla mia mente il momento orribile in cui i fari trasformarono in muro impenetrabile l’impalpabile polvere rossastra e ci ritrovammo di colpo muso a muso con una grossa berlina che ci veniva incontro, in corsa folle, dalla direzione opposta; lo scarto all’ultimo secondo che ci buttò fuori della pista e lo sforzo affannoso per rientrare sulla carreggiata, mentre intorno tutto vorticava, fischiava, ruggiva, nella notte del deserto.
Una tempesta di sabbia è molto peggio della nebbia. Ha lo stesso effetto di disorientamento e accecamento, ma è accompagnata da un concerto pauroso di suoni minacciosi ed ha un corpo palpabile.
Quando infine arrivammo a Nain, lasciandoci alle spalle la tempesta e il fantasma di un incidente mortale schivato per un’inezia, non trovai la forza di ordinare niente e al cameriere del caravanserraglio che mi chiedeva che cosa volessi, risposi solo con un muto sguardo. Lui scelse oculatamente per me, mio marito e mia figlia, la minestrina di Nain, più un conforto che una pietanza.
In suo ricordo, quando chiediamo al cibo, non di saziarci, né di stuzzicarci, né di sbalordirci, ma semplicemente di ristabilire in noi una sensazione di “a posto” leggero, in famiglia facciamo ricorso alla “Minestrina di Nain”.
Certo, per noi ha un sapore speciale, ma sono sicura che piacerà anche a voi. Quello che bisogna imparare non è l’esecuzione del piatto, così modesta, ma la scelta del momento giusto.
Di ritorno dagli acquisti di Natale potrebbe essere uno di quei momenti.

6 commenti:

  1. il problema è che quando cucino rendo al cibo il mio umore, insomma sotto natale faccio male anche l'acqua fredda.
    Siederò in faccia alla tempesta, tanto prima o poi passa, ha da passà, magari poi ne arriva un altra, ma questa passa, forse ....

    ciao

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  2. Passa, dici? Voglio crederti...
    Comunque per l'acqua fredda ho un trucco: prima di cucinarla va tenuta un po' a bagno...

    ciaomarina

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  3. Io d'inverno vado matto per minestre e passati...!

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  4. Gli acquisti di Natale??????
    Orroreeeee.......
    La minestrina invece mi piace: è casa, è tepore, è coccole, è bimbi,è mamme...anche se non ci sono né bimbi, né mamme.

    P.S. Io sono una cuoca talmente brava (e per nulla modesta) che riesco a cucinare bene persino a Natale :-))

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  5. Io amo cucinare, ma non sono molto brava, magari qualcuno di voi mi può dare idee e suggerimenti, Giulia

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  6. Detesto gli acquisti di Natale e non mi piace cucinare. Però la minestrina Nain è una buona idea. Grazie!
    Lo sai che sono quasi vegetariana? O meglio
    Aspirante vegetariana!

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