domenica 18 novembre 2007

fresco di stampa

Ho finalmente tra le mani “Mio padre mi chiamava luna” di Maria Cristina Valeri, edito dalle Edizioni Libreria Croce di Roma.
È fresco di stampa. Ha un buon odore. E un buon sapore. Sa proprio di Maria Cristina. Ha la sua sensibilità, la sua spontaneità, la sua sincerità. Ove non si fosse capito: Maria Cristina è mia amica. Giovane amica. E questo libro, il suo primo, ha costituito anche il mezzo che ci ha permesso di passare da una conoscenza ad un' amicizia.
Cosicché è diventato mio amico anche lui.
Il libro è un romanzo, ma non del tutto. Contiene una storia, ma soprattutto la riflessione su questa storia. La storia è quella del rapporto tra un padre ed una figlia. Rapporto difficile, pieno di non detti, di zone di ombra, di incomprensioni.
Questo libro racconta il modo, maturo e sofferto, in cui la figlia guadagna, per sé e per il padre, un nuovo rapporto, di accettazione reciproca e di comprensione. Come succede spesso nelle nostre vite sono il dolore, il dramma, la paura, ad aprire le porte ad una nuova comprensione. La figlia affronta con il padre un lungo dialogo aperto, che accompagnerà lui verso la morte e lei verso un ricordo riconciliato e sereno.
Quello che il libro ci dice è che ci sono solitudini che si possono guarire e dolori che ci possono fare bene. È un libro anche doloroso, ma pieno di fiducia nella vita. Inizia ora il suo cammino e io ci tenevo a fargli i miei auguri. A lui e a Maria Cristina.

2 commenti:

  1. GRAZIE MARINA!!!
    Non mi aspettavo questa bellissima sorpresa e quindi sono -incredibilmente- priva di parole.
    Anche perchè è difficile commentare una presentazione così bella e piena di affetto e di stima.
    Come tutto quello che sto vivendo, grazie a questo mio piccol libro, mi sembra che anche questo tuo post sia oltre i miei reali meriti ma mi ha fatto felice ed era naturale dirtelo.
    Grazie quindi, ed ancora grazie soprattutto per la tua amicizia a cui, come sai, tengo tantissimo.
    Un grande abbraccio.
    Maria Cristina

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  2. Vero, parole sentite e precise per raccontare un romanzo che sembra davvero volersi far leggere con passione ed intensità letteraria.

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