giovedì 9 agosto 2007

estate

Io cammino al sole. Inverno ed estate io cammino al sole. Posso lamentarmi: che caldo! ma poi finisco per tornare al sole. Capita che mio marito ed io si cammini su marciapiedi opposti d’estate, perché lui necessita di ombra ed io necessito di sole.
Non è solo il semplice bisogno fisico di ricaricare la batteria del mio organismo (siamo figli delle stelle, no?) e neppure della sola condizione favorevole alla produzione di serotonina, che, come si sa, viene prodotta per lo più durante il giorno e in estate, quando aumenta la luce solare. Del resto dell’effetto benefico della luce solare sull’umore già Plinio il vecchio, Galeno, Ippocrate, Celso, avevano capito tutto. La ragione vera è che io sono un’ adoratrice del sole, animista e pagana. Non che io non senta il caldo, ma nel caldo, per quanto caldo, nell’ aria calda, asciutta e anche arroventata che circonda il corpo io mi trovo bene, mi dà un piacere vitale, mi sprona alla vita. Il freddo invece mi paralizza. Il freddo mi fa piangere. Lo temo, lo odio, lo disprezzo. No, non risulta che si possa disprezzare il freddo, ma io lo disprezzo. Io personifico anche il freddo, animista l’ho gia confessato, dunque posso disprezzarlo. Cosa credi di fare? Chi ti credi di essere? E poi, cosa vuoi da me? Stai tentando di uccidermi, lo so, lo sento. Ma io resisterò, resisterò. Ogni anno, d’inverno, viene il momento in cui penso che sto per estinguermi, che il freddo ha vinto e non uscirò mai viva da questa stagione orrenda. Mi succede a febbraio, a febbraio je craque. Un tempo a febbraio partivo. Me ne andavo a cercare il caldo altrove. Adesso mi chiudo in casa e attendo la mia fine. Rassegnata, pronta al peggio, disgustata. Lamentarsi del caldo, che fiacca, che sfinisce, che abbatte, è un topos. Come tale l’applico anche io e lo rispetto negli altri. Ma in fondo a me qualcosa dice: bada che senza caldo la vita non ci sarebbe. Una voce molecolare percorre il mio sangue. Io l’ascolto e le rispondo. Sì, è così. Grazie. A chi erigereste un tempio? Un altare? Ma al sole, è evidente! Io semplicemente ripercorro il cammino dell’uomo. Sono partiti tutti dall’adorazione del sole, gli uomini. Io immagino il loro terrore al tramonto, la domanda allora necessariamente muta: tornerà? O resteremo per sempre in questa notte terrorizzante e paralizzante? E il sollievo all’alba. Ogni tramonto il terrore, ogni alba il sollievo. Così per migliaia di anni... Così, se il sole imperversa, io non mi sento di maledirlo e anche sfuggirlo è una pratica un po’ carogna. Uno dei momenti di massimo, contraddittorio, quasi doloroso piacere vitale?

Ecco la ricetta.
Lasciare la propria 500 qualche ora parcheggiata al sole, finestrini chiusi. Quindi aprirla, scottandosi un po’ la mano sulla maniglietta rovente e penetrare all’interno. Chiudere la portiera. In un istante una vampa secca ti avvolge, circonda il tuo corpo come un abbraccio permeante. Caldo. Sotto la mano bruciante del caldo percepisci tutto il tuo corpo, lo senti vivo, senti di averne uno, reattivo. Molto reattivo dev’essere, perché già il volto ti si arrossa e se non apri presto i finestrini, l’abbraccio del caldo rischia di mandarti al creatore. Ma quei brevi momenti di fisicità calda sono stati la vita. È come riconoscere di che cosa siamo fatti. Memoria e piacere squisito.

4 commenti:

  1. Come ti capisco e come ti assomiglio.
    Pensa che simile a me, oltre a te, vi è solo Federico. Così quando d'estate io vado a Torino, ospite di mia sorella, finisce che dormo nella stanza di Federico. Tapparelle abbassate, piumino in fondo al letto (non si sa mai..) e chiaccherate a non finire io e lui, lui ed io. Mia sorella diventa gelosa e lo sgrida ("parli di più con tua zia che con me")ma noi due al caldo stiamo proprio bene insieme. Ora anche la sua ragazza si ingelosirà...E' questone di pelle, di serotonina (assolutamente sì) e di modi di pensare/ragionare.

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  2. Omammamiaaaa,mi domando come mai questo post non lo abbia scritto io, anzi, sono arrabbiata per non averlo fatto :)
    Il caldo ed il sole sono vita, li amo e non riesco ad essere triste quando sono in loro compagnia. Il freddo mi paralizza, mi intristisce, mi pone di cattivo umore...e vivo nella città più fredda d'Italia e forse del mondo, me tapina!!!!!!

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  3. lo so io perché non hai scritto questo post: perché ti stavi crogiolando al sole! Viziosa! ;-)))

    ciaomarina

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  4. Che bello trovarvi! Io passo da marziana perche' non mi lamento mai del caldo, perche' tengo spenta l'aria condizionata in ufficio e in macchina,perche' in autunno vorrei andare in letargo e svegliarmi a primavera.
    Che bello, non sono sola!!

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