sabato 7 luglio 2007

titolo?

Mia figlia conosce le mie impazienze e molte delle mie ansie. -A che ora vuoi partire?- Ma io conosco le sue ansie e so che la mia ansia genera ansia in lei. -Quando vuoi, basta che evitiamo la galleria- Inorridisce.-Ma quale galleria! Certo che la evitiamo!- C’è una brutta, un’orrida galleria per arrivare a Sperlonga. O meglio è lì pronta ad inghiottirti se non stai all’erta e non te la lasci alle spalle, buttandoti nel traffico di Terracina. Ma io adoro il traffico di Terracina. Anche il viale con gli alberi di aranci, con tutti i loro frutti appesi fino all’estate mi piace e le ciambelle fritte...Insomma Terracina o morte. Anche cantare a Terracina, è bello. Sulla splendida piazza del vecchio paese, il selciato ancora romano, e il teatro di marmi antichi sulla sinistra. L’orchestra a semicerchio, il coro schierato. Come suonano bene le voci a Terracina! Il Comune tarda a pagare, ma di questo si preoccupa la nostra economa. Più in alto ancora, il Tempio di Giove, che restava illuminato tutta la notte perché i marinai lo vedessero da lontano. Il passato di questo nostro paese dovremmo, almeno un po’, adorarlo. Chiediamo troppo poco quando chiediamo di rispettarlo. E’ a portargli devozione che dovremmo educare i giovani. Il nostro lontano passato è qualche volta più vicino e presente per me di questo presente moderno. Le mie passioni, sono le inezie essenziali della mia vita. Il filo che le dà senso. Se anche non hanno prodotto niente hanno acceso il loro calore in me. E mi capita spesso di credere che dalla vita non volessi altro. A Sperlonga vado con il mio nipotino. Anima della mia anima, cuore del mio cuore.
Tommaso, il bambino perfetto. Tanto che ha più di un difetto. Per Tommasino ho cominciato a scrivere filastrocche ancor prima che nascesse. La mamma gliele legge la sera. Ma adesso ha tre anni e devo scriverne altre. È sensibile alle rime, e anche, straordinariamente, ai ritmi, alla musica, al canto. Sarà musicista? Farò in tempo a saperlo? Non importa. Il prossimo anno lo accompagnerò alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio, dove anche io ho studiato Musica e Canto. Forse sguardi così estatici come quelli dei bambini che frequentavano i corsi di musica e che vedevo uscire dalla sala dove aspettavo di entrare, non ne ho mai visti. La Musa della Musica, Melpomene in persona, sembrava danzargli negli occhi. Avevano dai quattro ai sei anni! I genitori che attendevano accanto a me faticavano a riportarli in terra.

Avevo pronto un post per questa mattina, sui miei anni nella scuola. Forse vi avrebbe divertiti di più. Ma tirando fuori a caso un libro dallo scaffale della poesia per il mio rito laico mattutino, ho incontrato Cesare Pavese, la cui voce contiene per me una musica sempre risorgente. Cesare Pavese sentiva il sapore del passato antico impastato con il presente e questa precisa sensazione l’ho ritrovata nella poesia di questa mattina. No, non ve ne affliggerò. La poesia è poco amata in questo paese e non può essere imposta. Però ha fatto virare tutti i miei pensieri, che erano scanzonati, e li ha portati ad una pensosità che fin qui spero di avervi risparmiata. Il tempo. Ero una ragazzina e già mi interrogavo sul tempo. Scrivevo davanti alla stufa a carbone, forse nel ‘55, dodicenne, ne aprivo lo sportellino, guardavo le fiamme e scrivevo. Mia madre stirava e sbuffava. Odiava la mia pensosità. Forse odiava anche me. Ma sembra, come mi ha ripetuto allo sfinimento il mio psichiatra, che io abbia un io molto forte. Sul mio io molto forte ha scherzato fino a farlo diventare il personaggio di una commedia. -Meglio per molti che si sia ammalata, Signora, se no, chissà che combinava il suo io!- Il mio io forte lo porto a Sperlonga, dove nel ‘79 ho passato una giornata in cui compensai tutta un’ estate. Perché il tempo si può contrarre o dilatare a piacer nostro. In quella giornata ficcai tutte le componenti essenziali di un’estate perfetta. Mia figlia era malata. Da mesi. E da mesi io ero sola, accanto a lei. Implorai una tregua da mia madre: un giorno. Non voglio essere ingiusta con lei. Capì il mio bisogno di un respiro Ma fu tassativa-Prima di mezzanotte devi essere qui.- Lasciai Tarquinia all’alba, raggiunsi in treno Fondi e da lì in pullman Sperlonga. Il treno passava dentro la galleria ma allora delle gallerie me ne infischiavo. Mi aspettava mia sorella e gli amici di sempre. Nella giornata entrò tutto. Lo splendore dell’estate in un posto di mare che allora era splendido, il caldo, il sole, i bagni, l’abbandono nell’acqua, la sabbia, il cocomero. Un flirt naturalmente. Senza un flirt che estate sarebbe? La musica: suonammo, cantammo e ballammo sulla spiaggia. Le cicale prima e poi i grilli. Le risate, la malinconia della sera. Mi accompagnarono a Fondi in tempo per l’ultimo treno. Prima di mezzanotte aprivo il cancello della nostra casa di Tarquinia. Mia madre mi aspettava alzata. Verificò l’ora. Novella Cenerentola, a piedi nudi salii nella mia camera. Mia figlia dormiva, pallida e un po’ sudata, ma serena. Quanto era dimagrita! Mi sdraiai accanto a lei. Girata verso di lei, la guardavo. Avrei voluto raccontarle la mia estate e dirle anche che non mi aveva allontanata da lei, che niente mai mi avrebbe allontanata da lei.
Glielo dico adesso. Adesso che è una giovane donna, che ha un figlio, adesso che è lei a portarmi a Sperlonga e si preoccupa per me, per le mie ansie e i miei attacchi di panico. Voi credete nella morte? Io no. Io credo solo nella vita.


Non so perché, ma mi sembra di dover chiedere scusa a qualcuno per questo post anomalo, troppo intimo forse o troppo poco sorvegliato. Ma non so a chi.
Chiunque sia questo qualcuno, mi scusi.

4 commenti:

  1. ...scusa? Ma perchè? Mi hai commosso...emozionato!!! Per qualche istante, mi son ritrovato in un tempo che avrei voluto vivere, in una estate che mi manca e che vorrei afferrare. Grazie, oserei dire!!!! ;-)

    RispondiElimina
  2. grazie per le tue parole, mi sento meglio.

    ti auguro un'estate perfetta, lunga o corta che sia

    ciaomarina

    RispondiElimina
  3. Ma quanto sarà orgogliosa tua figlia di una madre capace di condensare in poche righe il suo mondo personale e vitale ed un amore che non può conoscere, in questo caso, nessun abbandono, nemmeno nell'estate apparentemente scanzonata di un giorno?
    Splendida ed intensa come sempre.

    RispondiElimina
  4. @mariacristina: non ti allargare con le lodi e aspetta che passo dal tuo blog e poi senti!

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo