sabato 30 giugno 2007

in gita

Il ministro della Salute dello scorso governo, prof. Sirchia, in occasione del gran caldo, consigliò di accompagnare i vecchi nei grandi centri commerciali perché potessero trovarvi riparo dall’afa. Dev’essere per questo che alle undici del mattino mia figlia mi ha prelevata per accompagnarmi all’Ikea insieme alla mia amica emmeti. Prima di recarci all’Ikea però, forse per solidarietà, abbiamo accompagnato per qualche chilometro le migliaia di automobilisti che avanzavano incolonnati verso le autostrade. Ho apprezzato soprattutto le frequenti soste per ammirare capannoni in vendita e stazioni di servizio. Ma ad un certo momento abbiam pur dovuto abbandonare i nostri compagni di viaggio. Invece di prendere la strada diretta per l’Ikea, abbiamo preferito attraversare tutto l’asse viario di Roma Sud. Quando poi ci è parso che si fosse fatta l’ora giusta, le tredici, abbiamo finalmente imboccato la Tuscolana e ci siamo dirette all’Ikea. Dentro festeggiavano ancora il Family Day, ma senza bandiere bianche e gialle. Prima di dedicarci all’esame delle merci, abbiamo pensato di pranzare.Vassoietto, indefinibile pietanza e bevanda per ognuna di noi. Quindi sparecchiare e rassettare. La signora Ikea tiene molto all’ordine e le piace che i suoi clienti siano lesti e collaborativi. Mia figlia Francesca ed emmeti si sono quindi chiuse per una decina di minuti nell’acquario di due metri per quattro che la signora Ikea ha approntato appositamente per chi fuma. Mi ha un po’ sorpresa che i vetri non fossero oscurati perché chiunque, anche un bambino innocente avrebbe potuto vederle mentre aspiravano ed espiravano il fumo. Ho pensato bene di lasciare questo mio suggerimento nella cassetta della posta dei clienti. La signora Ikea ci tiene molto a che tutti noi si collabori per rendere la sua casa sempre più accogliente. Volevo suggerire anche di assumere una donna ad ore per sparecchiare al posto nostro, ma sembra che questo sistema ci consenta di risparmiare 0,5 centesimi di euro e allora ho dovuto ammirare la previdenza della signora Ikea.
Emmeti, Francesca ed io abbiamo pensato di costituire una piccola unità di reciproco sostegno e aiuto anti acquisti, per due ragioni fondamentali. La prima che viaggiavamo in tre nella mia 500 e di conseguenza lo spazio per merci varie era alquanto ridotto, la seconda che tutto quello che di utile può essere acquistato all’Ikea lo avevamo già acquistato in precedenti spedizioni. Rimaneva solo il manifestamente inutile e il nascostamente dannoso. Abbiamo riportato dei piccoli ma significativi successi lasciando sui loro scaffali diversi oggetti di inesplicabile uso ma molto, molto affascinanti, togliendoceli di mano l’un l’altra. Più di una volta però, mentre una di noi era intenta a praticare azione di dissuasione su un’altra, la terza ha dovuto far ricorso al self help, voltando bruscamente le spalle a lumetti a forma di mano con le unghie in polistirolo di cinque colori diversi o a scolapasta con sostegno estraibile incorporato per appoggio sul lavandino. Credo che si chiami Svenxst. O forse Skventss. Comunque tutto è andato per il meglio, anche perché quello che sentivo in coscienza di non dover acquistare l’ho regalato a emmeti e così ha fatto lei con Francesca e Francesca con me. Insomma siamo state generose e accorte insieme. Comunque quando siamo uscite, per l’ora del tè, eravamo molto soddisfatte di noi e delle nostre cinque buste Ikea. Prima di venir via Francesca ed emmeti hanno passato ancora una decina di minuti a fumare nell’acquario. Devo dire che a quell’ora dei vetri oscuranti non c’era più bisogno perché il fumo espirato aveva completamente saturato la piccola vasca di vetro, con un bellisimo effetto camera a gas. Ancora una volta la signora Ikea aveva avuto ragione. Il viaggio di ritorno è stato molto simpatico soprattutto perché Francesca ed emmeti mi facevano da ufficiali di rotta segnalandomi la distanza laterale dagli altri veicoli, la presenza dei marciapiedi, l’angolo da tenere nelle svolte a destra e sinistra. Quanto all’andar dritto, no, ho fatto tutto da me, avevo ben venti cm liberi di parabrezza proprio davanti agli occhi. Verso le sette dopo aver lasciato emmeti, mia figlia Francesca mi ha riaccompagnata a casa. L’ho ringraziata per la bella gita e le ho chiesto, per il prossimo giorno di caldo, che invece di portarmi dalla signora Ikea, mi uccida con il gas. Ha detto che si può fare.

7 commenti:

  1. Poiché necessitavo di un nuovo letto e di un comò per la stanza del figlio, ieri ho pensato bene di farmi accompagnare all'Ikea da mia mamma, donna dal gusto squisito e soprattutto provvista di macchina.

    Nonostante i gravi rischi che comporta girare in cinquecento con mamma alla guida, sono riuscita anche a rilassarmi di tanto in tanto: ad esempio ferme in coda sul GRA, dove ci aveva condotte l'amica emmeti, persona splendida e totalmente priva di senso dell'orientamento.

    Morale, per arrivare a Ikea ci abbiamo messo una vita. In compenso emmeti sul GRA ha adocchiato un capannone in vendita davvero bellino, lì oltre il guard rail, dove ha seriamente pensato di trasferirsi con tutta la famiglia, e ha voluto che annotassi il numero di cellulare dei proprietari. Emmeti è così, molto open minde, diciamo.

    A Ikea per prima cosa mi sono fiondata dentro un fantastico "acquario" per fumatori, chiuso, stretto e tutto di vetro, così quelli che passano, fuori, ti possono vedere mentre fumi.
    Emmeti fingeva di essere un pesce e con la bocca faceva la cernia, mentre mamma da fuori ci tirava immaginari pezzetti di cibo.

    Quando abbiamo cominciato a girare per il negozio è apparso subito evidente che dovevamo subito attuare un'opera di prevenzione e riduzione del danno: infatti ci piaceva tutto, volevamo tutto, e della stanza del figlio non ce ne fregava più un cazzo. Allora ho saggiamente proposto una terapia di auto aiuto (tanto per fare un gruppo di auto aiuto bastano tre persone, come per le coop), e ci siamo date una discreta mano a vicenda: ad esempio, se io volevo a tutti costi il mestolo Brutvo, interveniva emmeti e mi convinceva a rimetterlo sul bancone; e lo prendeva mamma.
    Siamo andate avanti così fino alle cinque e i risultati si sono visti.

    Perfino la commessa alla cassa ha dovuto ammettere che siamo state morigerate, e sfido chiunque a dire che il topo grigio emmeti non lo doveva comprare! Provate voi a tornare a casa in macchina di mamma senza un peluche cui stringervi forte forte....

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  2. Ciao, spero di potere contare anche su di te per questa notizia di oggi sabato 30 giugno sul mio blog:

    http://acmedelpensiero.blogspot.com/2007/06/aiutiamo-tutti-assieme-il-bambino.html

    Grazie di cuore.

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  3. ciao Morgan, ho già linkato.
    conta su di me
    non sei tu che devi ringraziare
    ciaomarina

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  4. Signori: mia figlia!

    E poi ci scandalizziamo per Cogne....

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  5. ah, ma open mind non si scriveva senza la e finale?

    beccate questa!

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  6. mi dice emmeti che la forma corretta è open minded

    uno pari palla al centro

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  7. Non vorrei disturbare la discussione famigliare ma la vostra gita ad Ikea mi ha ricordato di quando ci accompagno mia madre. Ikea è stata creata proprio per la terapia di gruppo, a quanto pare.

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