martedì 15 maggio 2007

professò/due

Poiché sento montare una quantità esorbitante di ricordi legati alla scuola e capisco che si è aperta una voragine che dovrò colmare, desidero chiarire subito quanto segue:

Io ho fatto l'agente di viaggio e ho fatto la giornalista, ma sono stata una insegnante.
Quello che voglio dire è che non ho mai pensato di svolgere una attività, di praticare un mestiere ma di essere semplicemente e integralmente quello che facevo.
Anzi, benché in pensione da molto tempo, io ancora mi considero una insegnante. E quando sugli autobus, nelle strade o nei musei, incontro scolaresche in uscite didattiche con i loro professori, istintivamente riprendo il mio lavoro: -fai sedere quella signora,- non toccare quel quadro-, -svelti ad attraversare.. -e gli ex colleghi, grati, mi sorridono.
Loro, i ragazzi, pur non avendomi mai vista, tranquillamente accettano le mie indicazioni, insomma ci riconosciamo reciprocamente.

1 commento:

  1. Sull'osservazione iniziale mi sento molto in sintonia con te: io pure, se richiesta, a volte confermo di AVER FATTO la giornalista, ma non sono mai stata una giornalista: facevo quello, ma non lo ero, per tanti motivi.

    Tu sei insegnante. Io cosa sono?
    ci sto pensando su...non sono nulla in particolare (non sono un medico, non sono un architetto né una badante, etc..).

    Quel che mi mettono a fare faccio, spesso cambio lavoro, ma sempre mi impegno, ogni stipendio è guadagnato.
    Io SONO una lavoratrice, semplicemente.

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo