martedì 8 maggio 2007

my favorite things

Quando decisi di prendere lezioni di voce non sapevo ancora quale fosse la mia. Pensavo ad una voce di contralto, forse anche più bassa. Io parlo normalmente su note basse, non ho mai avuto una di quelle voci sottili ed argentine che spesso hanno le ragazze. E anche quando cantavo mi collocavo preferibilmente su tonalità basse.
Così alla mia prima lezione, quando la maestra mi invitò a cantare una cosa qualunque per sentire dove spontaneamente collocassi la mia voce, dopo un primo momento di paralisi, cantai un motivo molto vecchio e molto bello Broken Hearted Melody. Lo cantava Sarah Vaughan, tanto per darvi un' idea della tonalità.
Lei non fece commenti, poi iniziò una serie di vocalizzi accompagnadoli al piano, invitandomi a ripeterli uno per uno.
Con un po’ di vergogna e di incertezza cominciai a ripetere, aspettandomi, man mano che si saliva verso note più alte, di non poterla più seguire. E guardavo ansiosa le sue mani che procedevano sui tasti. Di o in a, procedevamo.
Quando arrivammo al secondo fa dopo il do centrale, improvvisamente l’incertezza mi lasciò, la voce mi uscì più sicura e provai nella gola e nel collo una sensazione di distensione e di piacere fisico.
Ma ero perplessa. Sentivo cantare una voce che non avevo mai sentito, una voce che non era la mia.
Non guardare il piano -mi disse lei- voltati e segui me-.
E così ripartimmo. La voce che sentivo cantare era più sottile e più acuta ma anche più sicura e più distesa. Mi sentivo più tranquilla e cominciavo a pensare che avrei anche potuto non fermarmi mai, quando Nicoletta (la mia prima incomparabile maestra di voce) si interruppe. -Basta così per la prima volta, siamo al si bemolle, ma secondo me tu hai fino al do. Sei un soprano leggero, proprio come me-.
Soprano leggero io? Ma come si permetteva! Io volevo essere un contralto, una di quelle belle voci fonde, piene di spessore, proprio alla Sarah Vaughan! Niente di troppo femminile in ogni caso!
Provai a protestare. –No-disse lei-soprano leggero o quelle note non le potresti prendere. Te lo dimostro-.
Mi fece ripercorrere all’indietro tutta la tastiera con gli stessi vocalizzi e man mano che si scendeva, non solo la mia voce diventava meno pulita e meno sicura, ma mi abbandonava quella sensazione di benessere e di piacere.
-Allora?- mi chiese
-Soprano leggero- ammisi.
Imparai così che la voce con cui parliamo non è la stessa del canto e che la nostra voce vera la conosciamo solo cantando perché è solo cantando che ci liberiamo di tutti gli impacci e le tensioni e le contrazioni, e la lasciamo uscire, libera e vera.

Da allora Nicoletta mi fece lavorare sempre sulle note alte, proponendomi brani che solo a vederli mi davano le vertigini. Ogni volta provavo ad evitarli. –Non ce la faccio-dicevo-Non ci arriverò mai-
Ma lei era inflessibile.
Dopo mesi di questo tira e molla venne il momento di scegliere per me il brano per il saggio di fine anno e Nicoletta mi presentò My favorite things. Con soddisfazione notai che in fondo allo spartito compariva la scritta Arrang. Sarah Vaughan “After hours”.
Mi preparavo a cantare quando Nicoletta mi tolse lo spartito di mano e girandolo me lo ripresentò-E’ questa la tua- Dietro c’era ancora My favorite things ma la scritta diceva Arrang. John Coltrane e la canzone partiva con le sue note più basse là dove l’altra arrivava con quelle più alte!
Non canterò mai come Sarah Vaughan.

1 commento:

  1. Un bel esempio di "educazione" nel vero senso socratico del termine...

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