martedì 29 maggio 2007

agente di viaggio/primi passi

Quando aprimmo nel centro di Roma l’agenzia di viaggi che avevamo rilevato, B. ed io ignoravamo tutto del suo funzionamento. Assumemmo quindi temporaneamente un ex direttore di agenzia perché ci insegnasse il mestiere. Lui ritenne che, essendo noi due donne, poteva tranquillamente farci fesse. Trattò il suo incarico come una sine cura. Con la scusa che dovevamo fare esperienza mandava noi in giro a fare analisi di mercato, o a farci dare i depliant degli alberghi e se ne stava in agenzia a chiacchierare beatamente al telefono con i suoi ex colleghi.
La faccenda andò avanti per un po’, poi B. ed io ci guardammo e decidemmo che quel lavativo era di troppo nella nostra agenzia.
Gli parlammo francamente, proponendogli di separarci amichevolmente, visto che lui non svolgeva il lavoro per il quale lo pagavamo.
Rifiutò di andarsene. Gli spettavano ancora tre mesi di contratto, disse. Fu così che decidemmo di fargli rendere nei secondi tre mesi anche quello che non aveva reso nei primi tre.
Gli preparammo un piano di visite a tour operators, compagnie aeree, associazioni, alberghi, brokers, studi professionali che avrebbe schiantato un bue. Viaggiava su e giù carico di depliant, che doveva sistemare sui loro sostegni. B. era molto esigente, in fatto di depliant, li voleva in un ordine rigoroso. Inoltre lo mandavamo a consegnare a domicilio i documenti di viaggio dei nostri primi clienti. Tentò di obiettare che normalmente non si faceva. Replicammo che volevamo dare una impronta molto friendly alla nostra agenzia. Chiese pietà dopo meno di un mese e scomparve dalle nostre vite.


Il sogno di B. era diventare tour operator. Io la smontavo immancabilmente: non abbiamo abbastanza soldi. E’ troppo rischioso. Lei inghiottiva amaro.
Poi vennero in Italia i Rolling Stones. Primavera 1983 credo.
A Roma niente concerto, ma a Napoli sì.
Decidemmo di organizzare dei pullman per portare i romani al concerto dei Rolling Stones. In fondo era proprio il lavoro di un tour operator, organizzare un pacchetto e venderlo anche ad altre agenzie. B. era al settimo cielo.
Lavorammo come pazze e organizzammo sei pullman. A quel punto si pose il problema di chi di noi sarebbe andata a Napoli al seguito dei nostri pullman e chi sarebbe rimasta in agenzia. Lei tentò di far passare la linea che essendo io notoriamente molto Beatles-maniaca, a lei spettasse il concerto dei Rolling Stones. Le obiettai che, essendo io una donna normale, consideravo Mick Jagger una delle poche cose buone della vita e che non intendevo perdermelo.
Alla fine ci accordammo per mandare M. un mio amico.
A Napoli M. si addormentò sul prato del concerto dopo uno spinello e si fece rubare tutto l’incasso.
B. voleva che ci rimborsasse. La cifra non era altissima ma M. non l’aveva, era mio amico e lo difesi. Discutemmo. B. disse che lei era una imprenditrice e non una benefattrice. L’idea che anche io, insieme a lei potessi essere una imprenditrice, mi turbò a tal punto che misi personalmente in cassa la cifra del mancato incasso.
Comunque quella fu la fine delle nostre ambizioni di tour operator.
Fu anche il nostro primo screzio ma già aveva in sè tutte le caratteristiche di quelli che seguirono.

1 commento:

  1. Questo lo puoi postare o togliere, vedi tu. Comunque il pezzo è assolutamente perfetto. scorre liscio come l'olio, ha ritmo, humor, ma non è frivolo, dietro l'umorismo ci sono un sacco di cose, sia psicologiche che di "cronaca" (gli anni ottanta che avanzano, ad esempio). Comujnque è davvero riuscito, c'est impec! Sei un'autentica scrittice, nel senso della tecnica e del talento. E sei pure un'artista, nel senso della creatività.
    Tuo Bernie

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