lunedì 28 maggio 2007

Adriano e Marguerite



Su indicazione di un amico sono stata recentemente alla casa delle letterature, per una mostra su Marguerite Yourcenar e il suo viaggio in Giappone.
La mostra è molto ridotta, alcuni oggetti erano già stati tolti, altri non ancora installati. Insomma non tutto ha funzionato a dovere. Ma già vedere i due grandi ritratti affiancati, Marguerite con i suoi occhi chiari e le sue bellissime rughe e l’imperatore Adriano nella sua marmorea solennità mi ha ripagata. Il giardino di aranci conserva l’incanto di sempre, vi hanno aggiunto dei tavoli e alcune ragazze con i loro libri vi studiavano nel silenzio.
Mi sono fermata a leggere il giornale, poi sono tornata per via del Governo Vecchio. Per quanti anni ho percorso quella strada, in almeno due stagioni della mia vita!
E’ come sempre, un po’ appartata e un po’ disadorna. Riconosco ogni pietra e ogni palazzo. Ed è tutto un trasalire un po’ nostalgico e un po’ doloroso.
Sono spuntati dei negozietti nuovi, tra questi una bottega dove vendono piccoli busti romani. L’esuberante ragazza brasiliana che lo gestisce confonde allegramente uno con l’altro gli imperatori filosofi, ma alcuni dei busti sono dei perfetti ritratti. Fra questi uno bellissimo dell’Imperatore Adriano, il mio Imperatore, venduto ad un prezzo pazzescamente alto. Senza rimpianto lo lascio dietro la piccola vetrina. A casa ne ho un altro, anche se non così perfetto.
Anche se penso che le coincidenze sono negli occhi di chi guarda, ritrovarmelo davanti subito dopo averlo lasciato nella casa delle letterature, mi ha convinta che forse era arrivato il momento di parlarne. Il fatto è che una frequentazione di almeno venti anni mi lega all’imperatore, del quale ho seguito le tracce fin dove e fin quando ho potuto.
La mia è una passione totale. La domanda che tutti mi pongono è : perché?
Io li dirotto verso il come. Racconto i miei viaggi, le mie letture, i miei studi, i miei scritti. Ma sul perché taccio. Il fatto è che le vere passioni non hanno perché.
Ci prendono e ci portano. Talvolta ci affratellano ad altri appassionati.
La Yourcenar sarebbe una grande scrittrice anche se non avesse scritto di Adriano e l’amerei comunque per lei sola, ma in più lei ha scritto di Adriano e questo rende anche lei speciale ai miei occhi. Anche lei un po’ più vicina a me.
Infatti, per quanto pazzesco possa sembrare, io sento una strana affinità con l’Imperatore Adriano, una vicinanza, una somiglianza. Insomma per me non è un personaggio storico e basta, è un amico intimo, di cui credo di conoscere la mentalità e la psicologia, i gusti e i pensieri.
E che non mi stanco di studiare.
Di questo amore per il grande imperatore ho contagiato tutta la mia famiglia e potremmo forse configurarci come una piccola setta. Accettiamo adepti.
Verranno però sottoposti ad un breve ma severo esame. Li guarderemo guardare il busto di Adriano dei musei capitolini. Solo se il loro sguardo si illuminerà li accoglieremo tra noi.

La verità è che proprio ieri sera, rileggendo la Historia Augusta, mi sono accorta di aver raggiunto l’età di Adriano quando Adriano morì. Sul tempo, la sua misura, il suo peso mi interrogavo già da adolescente. Le domande di un adolescente non sono necessariamente meno profonde di quelle di un filosofo, né le risposte più insufficienti. Quanto alle mie oggi sono confuse, ma nella confusione un pensiero ai segni del passato è sempre stabilizzante. Credo che oggi chiederò udienza all’Imperatore.

2 commenti:

  1. ma quanto sai essere buffa !

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  2. grazie, mi piace essere buffa. anche tommasino mi dice: nonna per favore sei buffa. Il congiuntivo non lo usa ancora.

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