giovedì 19 aprile 2007

Libereso

Ieri la giornata è stata calda e soleggiata. Verso sera però tutto si è oscurato rapidamente e una vivace grandinata ha colpito la città.
Ne ho visti gli effetti questa mattina sul mio terrazzo. Foglie di olivo e limone sparse in terra, slabbrati i fiori delle calle, ma soprattutto, più grave di tutto, caduti i piccoli fiori della mia gloriosa avocado. L'avocado è una dama, l'ho imparato da Libereso Guglielmi, il giardiniere di Italo Calvino, come è universalmente conosciuto.
Qualche anno fa' improvvisamente la mia pianta di avocado, che ancora chiamavo al maschile, ha trasformato i suoi piccoli fiori bianchi in minuscole sfere di un verde fondo e lucido. Non credevo ai miei occhi. L'avocado era nato dal nòcciolo di un frutto che, seguendo le istruzioni di Ippolito Pizzetti, avevo semimmerso in un bicchiere. Attraverso crescite e trasformazioni era diventato un albero cui l'affetto per l'amico che me ne aveva fatto dono, nel frattempo scomparso, mi aveva fatto dedicare una cura ed un'attenzione paziente e mai stanca. Ora senza mai averlo sperato il mio albero fruttificava! Quel miracolo andava sostenuto. Mobilitai tutte le mie energie e cercai consigli e incoraggiamento in rete. Fui indirizzata a Libereso Guglielmi. E quel vecchio signore, il più grande esperto di avocado sulla faccia del pianeta, rispose, a mano, alla mia lettera, mi fu prodigo non solo di suggerimenti, spiegazioni, consigli, ma di ricordi personali e osservazioni sugli uomini e sulla vita. La lettera, nella sua elegante grafia di un altro tempo, era abbellita da magnifici disegni a pastello delle più diverse varietà di avocados. Avevo chiesto con fiducia, mi era stato dato con generosità. Grazie a Libereso, la mia pianta, che da allora porta il suo nome (vuol dire Libertà e il vecchio signore fu chiamato così da un padre sostenitore appassionato dell'esperanto), portò a maturazione 12 pere di squisito sapore ed ottima consistenza, che mi nutrirono di qualcosa di più delle loro preziose sostanze.
Da allora l'avocado ha fruttificato altre tre volte ma per me il miracolo resta un miracolo ed ogni anno a primavera scruto la mia Libereso con ansia a trepidazione e saluto ogni fiore con soddisfazione e tenerezza. Ora quasi tutti i piccoli fiori sono caduti, pochi resistono ancora. Ma io penso alla lezione di Libereso che mi ringraziò- Lui, me!-per la pazienza che avevo avuta nel curare quella pianta e testimoniò per me che si raccolgono frutti solo quando si dà e che dare è ancora il modo migliore per ricevere.
Per questo, passata la prima stretta di rammarico, ho riavviate un po' le chiome della mia avocado, l'ho nutrita ancora una volta di buon sano concime e le ho dato e mi sono data il tempo di una nuova attesa, di una nuova speranza.



2 commenti:

  1. Perché sono tornata in questo "vecchio post"? Sono stata attirata dall'etichetta: Calvino... ho appena letto, infatti, nel forum di traduttori che lurko da un bel po' di tempo, di una conversazione udita per caso tra due studenti universitari in un cinema in attesa della proiezione del film. Non riporto il dialogo perché non credo mi sia lecito "copiare" qualcosa letto in un forum per trasportarlo in un blog (per quanto, una volta nello spazio libero... boh!). In sostanza, nessuno dei due giovani protagonisti di questa "commedia" aveva mai sentito neanche nominare Italo Calvino o Il barone rampante, né sapeva se l'autore fosse ancora vivo o morto chissà quando, né perché mai un libro che narrava di uno che viveva sugli alberi dovesse mai interessare qualcuno(il volume era stato regalato al ragazzo). Ripeto, stiamo parlando di due studenti universitari.

    Allora, insomma, ho aperto questo post... dove non si parla affatto di Calvino, bensì del suo giardiniere. Hei, Marina, tu sei la mia giardiniera, la mia personal gardener... e grazie a te il mio meraviglioso limone in questo momento è pieno di frutti e fiori ancora in forma bocciolo.

    Poi ho visto la tua foto degli avocado: ma c'era anche prima? Io mica me la ricordo. Poi mi hai ricordato il nostro comune amico, per niente scomparso visto che ancora vive, grazie a te, in Libereso.

    Mariateresa

    RispondiElimina
  2. No, le foto non c'erano. Ogni tanto ne aggiungo una, così di straforo...qua e là...

    Tu che sei un genio studia il modo di inserire, "ultimi commenti" perché questo tuo resterà ignoto ai più...


    Il nostro amico comune adesso vive anche in altre piante, perché i noccioli delle mie avocados li ho piantati qui e là sul terrazzo. Diversi hanno messo le foglie..
    la vita è straordinaria

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo